|
Sono nata in una terra in cui persino le pietre sono impastate con il Senso della Dea Madre. La dea Madre che porto sempre al collo.
Sono nata in una terra in cui persino le pietre sono impastate con il Senso della Dea Madre. La dea Madre che porto sempre al collo.
«Mi parli della presa in carico del depresso». Ero seduta a sostenere un esame universitario e ricordo nitidamente l’immagine che mi passò davanti: uno scatolone vuoto, ma pesante e ingombrante, sulle mie spalle.
≪Per le tempeste non ho il colore, con quel che resta disegno un fiore≫.
Eccomi qua, sono sempre tra voi carissimi bambini. Oh, oh, oh, pensate che, da questo momento in cui vi sto scrivendo, mancano circa 120 giorni al Natale. A voi possono sembrare tanti invece per me sono pochissimi!
Tra le mie mani è bianca, ma le pentole bollono di vari colori, rosso di robbia, blu di indaco, marrone di galla di quercia, giallo di tuniche di cipolla, e così appare anche più bianca la mia matassa di lana appena filata.
«Mi accompagni a casa?» «Siamo a casa» «No, siamo al battesimo» «Al battesimo di chi?»
È volto in alto il mio sguardo tremante, bussola di una preghiera urlata in mente unico modo di ovattare il fracasso del mondo circostante.
Ciao bambini, pensavate che passato Natale mi sarei dimenticato di voi, oh, oh, oh, invece non è così, io sono sempre al lavoro e presente per voi, vi state chiedendo com’è possibile? Adesso ve lo spiego.
L’ultima volta che ho partecipato a un evento sociale degno di questo nome è accaduto l’estate scorsa, facendo la fila all’entrata della piscina comunale per aggiudicarmi la mia ora d’acqua (equivalente natatorio di quella d’aria carceraria) prima di fiondarmi a lavorare per il turno di metà mattina.
A metà del mese di ottobre ricorre da qualche anno l’appuntamento con un gruppo sempre più nutrito di camminatori per rivivere l’avventura di attraversare l’Alta Via dei Monti Lattari, da Cava de’ Tirreni a Punta Campanella.
Profumo di montagna: ecco cosa porto con me dalla traversata dei Lattari. Il tempo in cui un profumo impiega a pervadere i nostri sensi è dato dalle sue note di testa, di cuore e di fondo.
Il popolare motto decoubertiano, che da oltre cento anni riscuote fortuna a tutti i livelli sportivi, assume un gusto particolarmente interessante quando viene declinato tra quelle fasce della popolazione che potremmo chiamare i non-più-giovani, categoria di cui faccio parte appieno da almeno 20 anni.
«La solitudine non è mica una follia. È indispensabile per star bene in compagnia». La solitudine può avere sia aspetti positivi che negativi nell’esistenza di un uomo, dipende da noi, dallo stato d’animo, da ciò che ci accade nel corso della vita.
La solitudine, che brutta parola! Chi non ha paura di rimanere solo o di sentirsi solo? Chi non ha mai provato questa sensazione almeno una volta? Quello che mi chiedo è se bisogna per forza vedere la solitudine come un qualcosa di negativo.
La bellezza contiene in sé una serie di opposti, concetti a volte contrapposti e contrastanti. La bellezza infatti è un concetto astratto ma anche estremamente concreto.
Francesco è bello. Ha gli occhi nero pece dal taglio un po’ allungato e i capelli, di un biondo ramato, che gli cadono appena sopra le spalle terminando qua e là con qualche ricciolo morbido.
Non ho mai pensato di “resistere”, di essere resistente nei confronti della vita. Non ho mai pensato di avere coraggio e forza per affrontare le avversità, fin quando non ho vissuto situazioni che mi hanno portato in maniera del tutto naturale a combatterle.
“A chi resiste fioriscono i sogni.” Lessi questa scritta su un muro di un teatro a Lecce e mi parve subito speciale o, in ogni caso, un buon augurio per I e Le Resistenti. Io conosco fondamentalmente due categorie di persone resistenti.
Sono una persona estremamente razionale, anzi direi di più, sono razionalista.
È ora di fare merenda e ci ritroviamo sorridenti e felici intorno al piccolo tavolo che prepariamo ogni volta con molta cura.
Durante il lungo periodo di Lookdown vissuto a causa della pandemia da Covid-19, si è osservata una forte destabilizzazione psicologica e fisica in tutta la popolazione, che l’ha resa estremamente fragile e vulnerabile.
L’alimentarsi e il nutrirsi in modo sano e completo sono fondamentali per la salute a ogni età, in particolar modo per i bambini e i ragazzi in fase di crescita.
Quando ero bambina, in un momento dell’anno che non saprei collocare con esattezza sul calendario, ma che ruotava di certo intorno al mese di luglio, arrivava sulla nostra tavola “la minestrina”, che la mia mamma impiattava con la soddisfazione di chi sa che sta per gustare qualcosa di molto buono e la fierezza di chi è consapevole di aver assolto il proprio compito nella tutela delle antiche tradizioni.
#FuturoInCorso è un’esperienza di riflessione civica nell’ambito dei corsi delle aree didattiche di Scienze della Comunicazione e di Scienze Politiche del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione dell’Università di Salerno.
Prima di procedere alla disamina del concetto di identità di genere e della sua strutturazione nell’età adolescenziale, è necessario un percorso a ritroso sino al concetto stesso di identità e al suo svilupparsi sin dalla prima infanzia.
La condivisione è uno degli aspetti più importanti dell’amicizia. L’amico è la persona con cui dovremmo condividere tutto, comprendere il bisogno di lealtà, di fiducia e di dedizione dell’altro.
Se devo pensare ai momenti più significativi, in occasione dei quali ho avuto modo di vivere e di osservare esperienze di condivisione che avevano come caratteristica peculiare il soddisfacimento di bisogni sociali, non posso fare a meno di riandare a quelli legati al terremoto del 23 Novembre dell’80, che ho vissuto con grande passione e coinvolgimento emotivo.
Venticinque anni fa, nell’area nord orientale di Napoli, grazie a Enzo Vanacore nasceva la cooperativa sociale “L’uomo e il legno”. E nessuno avrebbe immaginato che avrebbe cambiato il volto di una comunità
Da circa 20 anni, è attivo a Nocera Inferiore un punto di economia solidale e consumo critico, la Bottega Tutta n’ata storia. Come tutte le realtà di economia solidale, anche Tutta n’ata storia cerca di essere crocevia di diverse e molteplici esperienze: dal commercio equo e solidale al consumo critico di prodotti bio locali, da esperienze di autoconsumo e auto-produzione alla finanza etica, dal boicottaggio delle multinazionali ai gruppi di acquisto solidali.
Fin da piccola mi rendevo conto della necessità di sentirmi parte di una comunità, quella delle persone che frequentavo e avevo l’impulso di condividere, vale a dire volevo attivamente far parte di quella comunità. Negli anni niente è cambiato. La vita è stata generosa con me, mettendomi spesso di fronte a scelte importanti, e posso affermare con una certa fierezza che per lo più mi sono orientata seguendo ciò in cui credevo, nonostante così facendo mi esponessi a dei rischi. Ho ritenuto prioritarie integrità, salute, umanità rispetto a qualsiasi altra considerazione.