Skip to content

Resistenza è una parola che rimanda immediatamente ai movimenti politici che in Italia si opposero al nazifascismo durante la guerra di liberazione italiana. Nella Resistenza possiamo tracciare le origini della Repubblica: la Costituzione stessa infatti è stata scritta dal Comitato di Liberazione Nazionale che a guerra finita pose finalmente le basi dell’antifascismo e della democrazia. Il numero 24 di Orione come sempre, non vuole essere politico o di parte, ma vuole raccontare ai lettori le piccole-grandi resistenze che attualmente ci troviamo a vivere nel quotidiano: la possibilità di lottare per mantenere, nonostante le condizioni avverse, uno spazio in cui ci riconosciamo. È anche vero che a volte le resistenze bloccano l’innovazione e necessitano di essere sgretolate – o comunque nel tempo vengono meno: pensiamo ad esempio alle resistenze della comunità scientifica nei confronti del capovolgimento dei dogmi della rivoluzione copernicana, oppure alle resistenze nei confronti di tutto ciò che è diverso, rallentando o complicando l’inclusione. Resistere vuol dire declinare la resilienza, ma non a tutti i costi e comunque senza sconfinare la tutela dei diritti: ad esempio, fino a che punto bisogna resistere alle condizioni del mercato del lavoro? Le società sono rette da regole scritte e orali, alcune delle quali vanno rispettate a tutela della condivisione e della convivenza, altre invece vanno scardinate e modificate per adattarsi ai tempi moderni. Ma qual è la morale che guida questo percorso? Resistenza a volte può essere un modo per tutelare alcuni principi, altre volte invece nega la possibilità di aprirsi all’altro. Fin dove, dunque, è lecito resistere? Gli autori di questo numero ci hanno narrato storie di resistenza a lieto fine oppure no, che comunque sono state però di insegnamento.