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Foto di Angelo Sorrentino, veduta di panorama dalla montagna. Promontorio a picco sul mare.

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La Montagna amica

1 Settembre 2022
La solitudine, che brutta parola! Chi non ha paura di rimanere solo o di sentirsi solo? Chi non ha mai provato questa sensazione almeno una volta? Quello che mi chiedo è se bisogna per forza vedere la solitudine come un qualcosa di negativo.
Foto di Angelo Sorrentino, veduta di panorama dalla montagna. Promontorio a picco sul mare.

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La Montagna amica

1 Settembre 2022
La solitudine, che brutta parola! Chi non ha paura di rimanere solo o di sentirsi solo? Chi non ha mai provato questa sensazione almeno una volta? Quello che mi chiedo è se bisogna per forza vedere la solitudine come un qualcosa di negativo.

Per come mi piace vivere la vita, alla domanda “Cos’è per te la solitudine?” darei una lettura positiva a questo aspetto/momento di vita, non andando a vedere tutto ciò che di negativo possa avere. La vita è solo una e sarebbe un peccato sprecarla per lamentarsi o per essere passivi rispetto alle occasioni che quotidianamente si presentano, anche se non sempre queste sono favorevoli. Una lettura positiva che mi fa vedere la solitudine come un’opportunità, un’occasione, un momento di riflessione per volersi bene e sistemare e rendere più chiari quei pensieri che ci fanno uscire dalla nostra comfort zone perdendo quella tranquillità che vorremmo avere. Ricercare la tranquillità, lasciare la quotidianità fatta di lavoro, rumori e velocità, mi ha spinto ad allontanarmi da questo contesto urbano trovando riparo verso quelle che erano le antiche vie di collegamento dei nostri paesi: i sentieri di montagna.Sentieri di montagna che sento il bisogno di percorrere per ricercare quella solitudine mentale che anche se non si è proprio da soli si può ritrovare, un pò come una lezione di yoga fatta in gruppo, non si è soli ma alla fine ci si ritrova a meditare con se stessi. Quando si comincia a camminare in montagna, i primi passi sono pesanti, sono passi confusi, sono passi che portano con sé ancora quella routine di una settimana passata tra lavoro, appuntamenti, riunioni e tante parole a cui forse non abbiamo dato il giusto peso e le giuste risposte; in questa prima parte la mente è ancora presa da tutto questo e non è presente nella nostra salita, in questo momento siamo soli: si continua a camminare mentre la mente ripercorre tutt’altra via. Passo dopo passo però quella solitudine che ci estranea da un contesto che magari abbiamo desiderato per un’intera settimana diventa sempre meno intensa, passo dopo passo certe situazioni che sembravano così ingarbugliate diventano più chiare e nello stesso momento quell’affanno di chi sta camminando in salita diventa un respiro pulito, leggero, sereno. È in questo momento che quella sensazione di solitudine è praticamente ormai svanita, dando spazio a tutti i nostri sensi, riuscendo finalmente a godere della natura e sentirsi un’unica cosa con essa: sentirne gli odori, vederne i colori, assaporarne i frutti, toccare la roccia, ascoltare i suoi abitanti, ci riporta a essere presenti, a essere soli senza sentirsi soli, ad avere pensieri positivi. La solitudine ha bisogno di pensieri positivi per non essere vissuta come un macigno che non ci fa andare avanti e i pensieri positivi arrivano anche senza l’aiuto di altre persone. A volte, arrivano per esempio da chi delle persone non ne ha bisogno, da chi nasce sola e va rispettate come tale: la Montagna. Questo non vuol dire che la montagna è solitudine, anzi; la montagna è condivisione, è adattamento, è fatica, è una serie di cose che ti mancano durante le giornate quotidiane e che non ti fanno vedere l’ora di restare di nuovo… Solo!

per citare questo articolo

Angelo Sorrentino:

La Montagna amica,

n. 26 - Solitudini,

settembre-dicembre 2022

ISSN 2611-0210 Orione Cartaceo; ISSN 2611-2833 Orione online in formato accessibile

In questo numero

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In Preludio a un bacio di Tony Laudadio, Emanuele racconta in prima persona la sua storia dolcissima, complicata e anche un po’ surreale. Emanuele è un barbone, un musicista solo che, per mantenersi, suona agli angoli delle strade, facendo innamorare i passanti della sua musica.

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Quando la solitudine non farà più rima con marginalità sociale, etnica, culturale, economica, politica vivremo in una dimensione sana, dove saremo in grado di apprezzare la faccia buona della solitudine. Quella che si traduce in un tempo privato ed estremamente prezioso per ogni singolo essere umano.