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Linguaggi

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Esistono i colori in natura? Alla domanda apparentemente provocatoria si potrebbe rispondere sì e no, in quanto è il nostro cervello che, attraverso alcune cellule nervose, i fotorecettori chiamati coni, presenti nella parte più sensibile della retina (fovea) convertono alcune lunghezze d’onda dei fotoni della luce in segnali che definiamo colori.

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Se leggo “pensiero magico”, lo strumento fantastico utilizzato spesso dai bambini per rifugiarsi in un mondo altro, da appassionato di narrativa mi viene spontaneo pensare al realismo magico di alcuni scrittori latinoamericani molto noti, da Gabriel García Márquez a Jorge Luis Borges, da Isabel Allende a Julio Cortázar.

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Interrogare il tema posto da Orione ha una sua prima complessità: evitare l’ovvio. L’Ovvio che di per sé, nella sua generica in-significanza di affermazioni ripetute come un refrain, è l’opposto di quanto è nelle intenzioni della redazione della rivista: dare/ridare al concetto di partecipazione una centralità di significato operativo e di solidarietà.

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In fisica, quando si parla di resistenza, viene subito in mente l’elettricità. In particolare i circuiti elettrici. Quando ai due capi di un circuito c’è una differenza di potenziale, ovvero ci sono da un lato più cariche positive e dall’altro più cariche negative, la forza elettrica che si viene a creare genera un passaggio di cariche da un lato all’altro.

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La Resistenza italiana s’inquadra nel più vasto movimento di opposizione al nazifascismo sviluppatosi in Europa e, nei paesi sconfitti militarmente e occupati dai nazifascisti, costituisce lo sviluppo principale delle operazioni belliche. Fino all’8 settembre 1943, l’Italia resta il principale alleato del Reich e, come tale, partecipa alla guerra di aggressione e all’occupazione, non di rado brutale, dei territori invasi.