Editoriale
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Ho sempre creduto che fermezza e intransigenza fossero indice di forza e carattere e di conseguenza per anni mi sono arrovellata sul decidere da che parte stare: bianchi o neri?
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Il pensiero magico è, per Daniele Novara, «un espediente cognitivo eccezionale che i bambini hanno a disposizione per riuscire a vivere in un mondo troppo diverso, troppo grande e incomprensibile per loro».
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Introdurre il numero sulla partecipazione mi sembra assai facile se, per esempio e per idea, penso al Museo Eidos, che proprio in questi giorni compie un anno di attività.
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In Preludio a un bacio di Tony Laudadio, Emanuele racconta in prima persona la sua storia dolcissima, complicata e anche un po’ surreale. Emanuele è un barbone, un musicista solo che, per mantenersi, suona agli angoli delle strade, facendo innamorare i passanti della sua musica.
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Per chi progetta cose, dall’architetto che progetta case a chi, come me, progetta la comunicazione, il concetto di bellezza è indissolubilmente legato a quello di funzione d’uso: se una cosa funziona e raggiunge l’obiettivo per cui è stata pensata, allora è bella.
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Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni, diceva Oscar Wilde.
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Nella mia famiglia cibo, alimentazione e nutrimento sono una cosa assai complicata. Nel momento in cui, tutti insieme o solo in parte, ci sediamo a tavola, vivo i momenti più delicati della mia esistenza.
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Orione è da sempre una rivista impegnata sul tema delle diversità, con l’obiettivo di fare cultura per scardinare convinzioni, stereotipi e pregiudizi, e insieme creare e percorrere una strada che porti all’inclusione di ogni persona.
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Paul Watzlawick nel suo prezioso Pragmatica della comunicazione umana teorizza, forse per la prima volta con una metodologia scientifica, una serie di assiomi che descrivono proprietà tipiche della comunicazione aventi importanti implicazioni relazionali. L’assunto iniziale è che comunque ci si sforzi, non si può non comunicare, implicando livelli comunicativi non solo di contenuto ma anche di relazione.
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Sin dagli anni del dopoguerra, le narrazioni di Rossellini, Visconti, De Sica, Germi e altri autori del neorealismo, non ultimi Fellini e Pasolini, documentando la realtà, hanno contribuito a costruire l’immaginario delle periferie che ha assunto un aspetto peculiare.
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Ho più volte provato a scrivere e riscrivere questo editoriale per il numero sul sogno e ogni volta ho ricominciato daccapo: quando abbiamo progettato questo numero di Orione eravamo ben lontani dalla pandemia da Covid-19 e la vita scorreva — anzi correva — come al solito.
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Era il 1970 quando, sullo sfondo delle note di Working class hero di John Lennon, usciva la legge n. 300/1970, conosciuta anche come Statuto dei lavoratori, recante «Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale dei luoghi di lavoro e norme sul collocamento».
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La barriera corallina è morta. Abbiamo esaurito le risorse a nostra disposizione. La calotta polare si è sciolta, a causa del surriscaldamento globale (di cui industrie e abitudini alimentari carnivore sono la principale causa).
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Mi viene in mente il mio odiato professore del liceo — pace all’anima sua — e tutte le ore trascorse in quel corridoio pieno di spifferi per sottrarmi alla sua nauseante presenza.
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«Il volto è la nostra identità. Alle vittime di un incendio non basta salvarsi la vita: hanno bisogno di avere un volto, anche se è quello di un morto. Un volto con lineamenti, per poter fare cenni.»
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Le famiglie che tutti abbiamo ancora in testa da anni ormai non esistono più. Lo racconta Porfidio Monda nel suo articolo, con riferimento a dati statistici e a nuovi modelli di relazioni familiari.
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Se consideriamo che lo spazio mentale appartiene alle madri, come teorizza Wilfred Bion quando paragona la recettività terapeutica, fatta di silenzio e di ascolto, alla capacità di rêverie materna
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Per qualche anno ho scelto di vivere nel centro storico della mia città. Un luogo che sta cambiando pelle.
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In apertura del mio primo editoriale, desidero ringraziare il dottor Attilio Sofia che ha mantenuto saldo fin qui il fil rouge della nostra rivista.
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Se è vero che oggi la parola disabilità è ancora erroneamente usata, è anche vero che nell’ultimo decennio abbiamo assistito a una varietà di decodificazioni di questo termine che in ogni caso hanno attratto l’attenzione e messo l’accento su tutta una serie di problematiche che la persona diversamente abile deve affrontare.
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Soprattutto nell’ultimo trentennio del secolo, si è assistito ad un progresso che ha cambiato l’approccio verso il mondo della disabilità.
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L’inclusione è uno degli obiettivi della Fondazione Sinapsi, che non vuole confondersi con l’iperprotezione, ma che vuole significare discriminazione per nessuno, dignità per tutti, insieme alla possibilità di accedere ad esperienze di piacere e benessere.
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La finalità del gioco è quella del puro divertimento: si gioca con l’obiettivo di trascorrere del tempo in modo piacevole. Le origini del gioco sono antichissime e coincidono con la comparsa dell’Uomo sulla Terra.
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La musica nasce con l’uomo: i primi suoni risalgono all’era del Paleolitico; nella civiltà egizia abbiamo le prime testimonianze musicali.
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Perché si viaggia? Per conoscere nuove culture o vedere altri mondi? O forse per conoscere meglio noi stessi?
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Secondo Aristotele il tempo si pone come qualcosa che è distinguibile in parti e quindi divisibile: presente, passato e futuro.
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Dedicare questo numero di Orione al tema dell’accessibilità è un passo doveroso e importante: in un mondo iper-connesso sembra assurdo che ancora esistano barriere
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In questi ultimi anni, la formazione professionale si è sviluppata notevolmente. La formazione professionale ha per obiettivo principale quello di formare una persona attraverso percorsi di qualificazione,
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Per me la comunicazione è un’arte. Le persone sono moltitudini di mondi: mari da navigare, ruscelli in cui rinfrescarsi, alberi da cui poter cogliere frutti succosi, montagne da scalare per poi goderne il panorama.