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Per copertina Orione n. 24, Omaggio a Gino Strada, illustrazione di Bruna Pallante. Dettaglio.

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Tra i buoni e i cattivi: la resistenza in equilibrio

24 Gennaio 2022
In fisica, quando si parla di resistenza, viene subito in mente l’elettricità. In particolare i circuiti elettrici. Quando ai due capi di un circuito c’è una differenza di potenziale, ovvero ci sono da un lato più cariche positive e dall’altro più cariche negative, la forza elettrica che si viene a creare genera un passaggio di cariche da un lato all’altro.
Per copertina Orione n. 24, Omaggio a Gino Strada, illustrazione di Bruna Pallante. Dettaglio.

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Tra i buoni e i cattivi: la resistenza in equilibrio

24 Gennaio 2022
In fisica, quando si parla di resistenza, viene subito in mente l’elettricità. In particolare i circuiti elettrici. Quando ai due capi di un circuito c’è una differenza di potenziale, ovvero ci sono da un lato più cariche positive e dall’altro più cariche negative, la forza elettrica che si viene a creare genera un passaggio di cariche da un lato all’altro.

Questo passaggio è ciò che chiamiamo corrente elettrica. La resistenza non è altro che la proprietà del circuito di opporsi a questa forza. Maggiore è la resistenza, minore sarà l’intensità della corrente. Un altro esempio facile è la massa. Quando un corpo dotato di una certa massa è sottoposto a una forza, il corpo subisce un’accelerazione, grazie ai principi stabiliti da Newton. Però, maggiore è la massa, minore sarà l’accelerazione. Quindi la massa è quella proprietà del corpo che resiste all’effetto della forza. In questo caso i fisici parlano di inerzia. Più grande è la massa più il corpo tende a rimanere nel suo stato di quiete o di moto non accelerato. Ma il concetto di resistenza in sé non ha una valenza positiva o negativa. Se vogliamo fare un parallelo con l’idea di resistenza che lo studio della storia ci trasmette, possiamo pensare a ogni situazione in cui una forza impone qualcosa al sistema (una dittatura), mentre il sistema si oppone per mantenere il suo stato (la libertà). Al contrario invece ci possono essere forze, prendiamo per esempio i movimenti in termini sociali, che spingono per una cambiamento (maggiori libertà, più diritti), mentre il sistema prestabilito oppone resistenza per mantenere lo status quo. Parliamo in tal caso di conservatorismo, che è una forma di resistenza al cambiamento. Il conservatorismo si è confrontato spesso con la scienza, la quale, per sua natura, è in continuo cambiamento. Abbiamo esempi celebri di grandi scoperte messe sotto accusa perché in contrasto con l’idea corrente e maggioritaria di un certo periodo. Il pensiero va subito a Galileo. Con lui nasce la scienza moderna, a lui, alle sue idee, viene imposta una feroce resistenza. Ormai è noto come le sue scoperte, che sancirono definitivamente la correttezza del modello copernicano per cui la Terra gira intorno al Sole, furono aspramente osteggiate dalla Chiesa. Sempre la Chiesa, con l’appoggio di altri scienziati, si oppose nel diciannovesimo secolo alle prime scoperte che portarono alla nascita della paleontologia. Poco prima del momento in cui Darwin scrisse L’origine della specie. Anche Einstein si ritrovò, volente o nolente, nel gorgo di processi di resistenza. E sperimentò in due momenti distinti entrambi i lati della barricata. Se da un lato il nazismo vietò la rivoluzione introdotta con la teoria della relatività, perché scienza ebrea, dall’altro, lo stesso Einstein indossò i panni del conservatore quando, alla luce della nuova teoria quantistica, scrisse al suo amico e rivale Max Born: “Tu ritieni che Dio giochi a dadi col mondo, io credo invece che tutto obbedisca a una legge, in un mondo di realtà obiettive che cerco di cogliere per via furiosamente speculativa”. Sono l’indeterminazione e la casualità insite in questa nuova scienza a non incastrarsi con le sue idee. Ma lui stesso afferma che questa sua posizione non può avere nessuna autorità in ambito scientifico, basandosi esclusivamente sulla sua concezione metafisica riguardo al mondo e non su argomenti logico-scientifici. Anni fa, per un lavoro sulla scienza comunicata ai bambini delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo, giocai con alcune insegnanti a un modello di narrazione. Il primo strumento preso in considerazione per questo lavoro fu il libro La morfologia della fiaba, in cui Propp realizzò una schematizzazione della fiaba secondo alcune funzioni ricorrenti. Le stesse funzioni venivano collegate a situazioni cardine della scienza. Per quanto riguarda la resistenza, c’è una funzione, tra quelle esposte da Propp, che descrive perfettamente il concetto. È la figura dell’antagonista. L’antagonista è colui la cui azione comprende: il danneggiamento, il combattimento e altre forme di lotta con l’eroe, la persecuzione. Galileo fu perseguitato per le sue idee. Gideon Mantell ostacolato da Richard Owen quando si apriva la strada dello studio dei fossili. Alfred Lothar Wegener fu bollato come pazzo per la sua teoria sulla deriva dei continenti e morì fra i ghiacci nel tentativo disperato di trovare altre prove fossili. Nikola Tesla, ostracizzato da Edison, finì in disgrazia per le sue idee sulla corrente alternata, quelle stesse idee rivelatesi poi vincenti. E oggi? L’autorità scientifica e l’autorità politica quanto influenzano il lavoro dei giovani ricercatori? Quanto lo permettono? Anche se non c’è più l’Inquisizione, quanto la scienza sia bloccata da ideologie conservatrici lo si può notare ogni giorno. Possiamo pensare ai casi eclatanti, gli ultimi avvenimenti in Afghanistan hanno mostrato come le scuole e la cultura possano tornare indietro di secoli quando chi prende il potere basa la sua visione su altri presupposti. Lo possiamo vedere anche nel piccolo di una chiacchiera da bar quando, tra il serio e il faceto, qualcuno afferma che i soldi spesi per i grandi acceleratori o per le missioni spaziali potrebbero servire altrove. Implicitamente sta facendo resistenza, sta affermando che vorrebbe tirare il freno a mano alla scienza, al sapere, ma anche solo alla curiosità. Ma torniamo alla resistenza elettrica. È grazie a lei che possiamo accendere una luce. Che possiamo scaldare l’acqua. La resistenza non è buona né cattiva, è utile se sfrutta la forza a cui si oppone per ottenere qualcosa di nuovo, di diverso. È inutile e dannosa se vuole fermarci allo stato delle cose presente o, peggio, farci tornare indietro.

BIBLIOGRAFIA

Deborah Cadbury: Cacciatori di dinosauri – Sironi Editore – 2004

Albert Einstein, Leopold Infeld: L’evoluzione della fisica – Bollati Boringhieri – 1985

Abraham Pais: La scienza e la vita di Albert Einstein – Bollati Boringhieri – 2008

Vladimir Jakovlevič  Propp: Morfologia della fiaba – Einaudi – 2003 

The current war – film con la regia di Alfonso Gomez-Rejon – 2017

per citare questo articolo

Marco Crespi:

Tra i buoni e i cattivi: la resistenza in equilibrio,

n. 24 - Resistenze,

gennaio-aprile 2022

ISSN 2611-0210 Orione Cartaceo; ISSN 2611-2833 Orione online in formato accessibile

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