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Orione 12 - La linea di confine

Questo numero di Orione è nato pensando a tutte quelle situazioni che si trovano sulla linea di confine. Per chi lavora con la disabilità, e la diversità in generale, è naturale ritrovarsi a lavorare ai margini delle situazioni. Ogni definizione risulta inefficiente: non bastano parole per esaurire le innumerevoli realtà in cui ci si trova immersi. Cosa è normale? Cosa è diverso? Come e quanto incide la contaminazione nella vita quotidiana di ognuno di noi? Queste e molte altre sono state le domande punto di partenza della riflessione per il numero dodici di Orione. Il concetto di confine richiama immediatamente il concetto di alterità, e quest’ultimo quello di identità. Stabilire una linea di confine significa tracciare i contorni, differenziare, chi è dentro è dentro, chi è fuori è altro. Una linea di confine può essere identitaria, se separa l’altro da me, può generare conflitto se la diversità non è accettata oppure generare nuovi territori, se è considerata come un momento di fusione e confronto. Il confine diventa così zona di transizione: se attraversato porta a scoprire nuovi territori. Si costruiscono spesso dei muri per delimitare una zona dall’altra, ma si possono anche costruire dei ponti… In questo numero ci parlano di confine molte persone che sono abituate, per lavoro o per formazione, a trovarsi su linee di confine. Il numero si apre con l’editoriale del direttore della Fondazione Sinapsi Alessandra de Robertis, poi l’intervista del direttore di Orione Gabriella Sorrentino a Giuliana Sgrena, giornalista di guerra e autrice di diversi libri. Ci sono contributi molto interessanti di Marco Crespi, di Porfidio Monda e di Stefania Lauri, in redazione di Orione; il contributo di Federico Perozziello, terapeuta psicanalista, della dottoressa ortottista Amelia Citro, dell’avvocato e attivista Raffaele Cimmino, del carissimo Giampiero Griffo, già vicino a Orione da molti numeri. Vi segnalo anche i contributi di Gianluca Guida, direttore del carcere minorile di Nisida e di Saifeddine Maaroufi, imam della Moschea di Lecce; in chiusura l’opinione di Attilio Sofia, presidente della Fondazione Sinapsi.