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Orione 28 - Il pensiero magico - Copertina di Bruna Pallante, Omaggio a Vinicio Capossela

Il pensiero magico è una forma di interpretazione degli stimoli esterni e interni che prescinde dall’attribuzione logica di tipo causa effetto. Si tratta di una forma di interpretazione del tutto illogica che prescinde da fattori concreti direttamente collegati con il fenomeno in questione. In genere questo tipo di pensiero è tipico nei bambini dai due anni e rimane presente e vitale fino ai 7-8 anni. È quel pensiero che permette ai bambini di cucinare zuppe con foglie e rametti o di versare un tè o un caffè che in realtà non esiste o, ancora, di sentirsi protetti se vanno a dormire insieme al loro pelouche preferito. È, per Daniele Novara, «un espediente cognitivo eccezionale che i bambini hanno a disposizione per riuscire a vivere in un mondo troppo diverso, troppo grande e incomprensibile per loro». Nelle comunità, una trasposizione del pensiero magico si ha nei rituali e nelle religioni, che aiutano a dare risposte non dimostrabili — ma comunque credibili per chi ha fede — a fenomeni incomprensibili per la scienza. Molte volte questi riti sono strettamente collegati a Madre Natura e gli elementi della terra, dell’aria o del fuoco e dell’acqua diventano protagonisti indispensabili della ritualità. Nelle tribù riti magici, sciamanesimo, streghe e curatori aiutano a tenere sotto controllo femìnomeni che altrimenti non sarebbero spiegabili; ancora oggi, dove nella “civiltà evoluta” non c’è spazio per stregoni, si ricorre a portafortuna e gesti scaramantici per sentirsi più forti. Se tutto questo può sembrare solo folcloristico, in realtà assume un rilievo nella vita quotidiana quando si sfocia nel patologico: è stata dimostrata una correlazione tra la tendenza eccessiva al pensiero magico e la possibilità di andare incontro a qualche patologia psichiatrica, come la schizofrenia, alcuni tipi di disturbi ossessivo-compulsivi e altro. In ambito medico, buoni risultati del pensiero magico sono quelli relativi ai successi ottenuti con l’effetto placebo.

In questo numero, la sfida per gli autori è stata quella di raccontare il pensiero magico dal punto di vista della propria esperienza di vita e della propria professionalità.