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Copertina del numero 29 di Orione, il cui tema è il Colore. In copertina è rappresentata l’illustrazione di Vincent Van Gogh, a cura di Bruna Pallante.

Come Newton insegna, per affrontare il discorso sul colore, è bene distinguere il mondo fisico dal mondo della percezione. Il tema del colore è da sempre legato all’osservazione degli oggetti nella luce: da un lato l’impressione che la luce, variamente riflessa sulla superficie dei corpi, produce sull’occhio, dipendente dalla lunghezza d’onda delle radiazioni elettromagnetiche emesse dal corpo colorato e ricevute dall’occhio; dall’altro lato, le teorie della percezione, che sostengono che «gli oggetti non sono colorati. Il colore è un’esperienza puramente soggettiva che dipende da due cose: la luce che gli oggetti riflettono e le proprietà del sistema visivo di chi guarda» (Paola Bressan: Il colore della luna — Editori Laterza — 2012). Ma, «se vogliamo capire cos’è oggi il colore dobbiamo chiederci non solo come funziona, ma anche quali sono le idee che gli uomini se ne sono fatti», afferma Riccardo Falcinelli nelle prime pagine del suo Cromorama, arguto saggio sul colore edito da Einaudi nel 2017. Ecco dunque che nella società delle immagini, dove il visivo è il linguaggio predominante — almeno per quanto riguarda la comunicazione mediatica, i colori sono una delle informazioni primarie che in un colpo d’occhio e in maniera inconsapevole comunicano qualcosa all’osservatore. Il colore è identità: si pensi alle bandiere; alle camicie nere rosse o verdi; alla sovrapposizione tra pelle e nazionalità (pellerossa, musi gialli…). Il colore assume significati diversi in base ai contesti di riferimento: ad esempio, il bianco nei paesi occidentali significa purezza (è il colore dei battesimi, delle prime comunioni e delle spose; dei bambini e delle ragazze), mentre in oriente è il colore che accompagna i defunti nell’ultimo viaggio. Inoltre, è stato dimostrato che il colore ha effetti psicologici e diretti su sensazioni, stati d’animo e comportamento. Con il colore vengono indicate ideologie: tristemente note le “camicie nere”, o le “giubbe rosse” e ancora, i “verdi”. Anche i gruppi antropologici vengono connotati con il colore: “i neri”, i “musi gialli”, i “pellerossa”… Insomma, sulla diversità rispetto al colore c’è molto da dire, resta anche aperto il dibattito su quanto pesa il tema dei colori nella vita delle persone cieche.