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Intervista a Luigi Leonardi, Orione n. 24 - Resistenze

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Si nasce o si diventa resistenti?

24 Gennaio 2022
Vi rigiro la domanda che Luigi Leonardi mi ha fatto appena ci siamo conosciuti. Nasciamo persone resistenti o la vita ci costringe a esserlo?
Intervista a Luigi Leonardi, Orione n. 24 - Resistenze

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Si nasce o si diventa resistenti?

24 Gennaio 2022
Vi rigiro la domanda che Luigi Leonardi mi ha fatto appena ci siamo conosciuti. Nasciamo persone resistenti o la vita ci costringe a esserlo?

Io e Luigi ci abbiamo ragionato durante il tempo di questa dolorosa intervista, mentre rivivevamo i passaggi della sua vita da imprenditore diventato testimone di giustizia dopo aver denunciato il pizzo. Un’ esistenza crudele consumata contro i muri di gomma delle mafie, dello Stato e della Legge. 

Un’intervista che è stata tanto ricca da non poter essere trascritta. È per questo che ho deciso di condividerla con voi in una maniera un po’ diversa dal solito, raccontandovela, insieme alle riflessioni che io e Luigi abbiamo fatto insieme e alle sensazioni che le sue parole mi hanno trasmesso trasformandosi in un pensiero fatto di convinzione e ammirazione. Che volto ha la resistenza? È un destino scritto o una scelta? Si diventa o si nasce persone in grado di resistere a tutto? La resistenza è una forza con la quale si impara a convivere per necessità. Qualcosa che cresce nel tempo insieme al dolore e alla voglia di non restare schiacciati, dalla violenza, dal sopruso, dall’ingiustizia, dalla gabbia del silenzio. Possono essere tante le definizioni di resistenza, ma questa è quella che ho trovato in una storia dei nostri giorni. Clamorosa, quanto silenziosa. Una storia con un nome e un cognome. Un profilo scuro, un corpo forte, una mente caparbia e un’anima eroica calpestata e uccisa più volte. Bisogna guardare in quell’angolo in fondo. 

Lì, nascosto nel silenzio vedrete un uomo stanco, ma in piedi. Deluso, ma legato al filo sottile della speranza. Solido nelle sue paure che alimentano un coraggio quotidiano e feroce senza ritorno. Un uomo con la voce ferma, mai spezzata dalla sofferenza. Un uomo che resiste da quasi vent’anni senza accettarlo e che risponde a pieno alla parola resistenza. Non è lontano da noi. Potremmo passargli accanto per strada, ignorando di dovergli dire grazie. Grazie per aver interrotto la sua vita troppo presto per amore della giustizia, per aver continuato a spegnere candeline di anni non vissuti. Quest’uomo si chiama Luigi Leonardi e della sua storia se n’è parlato tanto, ma non abbastanza. È un ragazzo ancora giovane quando, senza saperlo, sceglie la galera della verità e della denuncia. Nato a Napoli nel 1974, cresce in una famiglia di imprenditori nel settore dell’illuminazione con fabbriche e negozi tra Cardito, Nola, Giugliano e Melito. Segue la strada di famiglia, diventa imprenditore anche lui e, dopo aver visto il nonno e il padre pagare per anni il pizzo, lui decide di non farlo. La sua resistenza però non comincia quel giorno, ma anni prima, quando è ancora un bambino. Impara molto presto che chi non vuole sentirsi schiacciato trova una strada per resistere. Si divide tra la violenza domestica, quella del padre che picchia lui e la madre ogni sera, e quella della camorra, che mette bombe in fabbrica di notte. Sono gli anni del clan Di Lauro, cominciano le estorsioni, il sopravvento. Le abitazioni degli imprenditori e dei commercianti sono spesso sopra le fabbriche, e i richiami all’ordine di “Nostra Signora Camorra” non possono che arrivare lì. Dove si distrugge il lavoro e la fatica e si semina la paura nel buio delle case. È in quelle notti, mentre scappa a rifugiarsi tra le braccia della madre, che Luigi diventa l’uomo che sarà in grado di affrontare non solo la violenza delle mafie e dell’estorsione, ma anche quella dell’immobilità dello Stato, dell’assenza delle istituzioni, nella solitudine di chi combatte una guerra senza le spalle coperte. La denuncia del pizzo per Luigi sarà l’inizio di una resistenza che non ha ancora avuto fine. Un lungo percorso da testimone di giustizia, con due maxi processi nel curriculum. Una strada in salita segnata dal coraggio di gridare nomi e cognomi di assassini spietati, ripagata da uno sfiancante labirinto giudiziario da cui non è ancora uscito. La resistenza per Luigi è proprio questa: continuare ad avere fede in una giustizia che forse non arriverà mai o che, quando arriverà, sarà troppo in ritardo. Nessuno chiederà scusa per tutto il tempo perso e rubato. Nessuno spiegherà alla comunità come mai chi denuncia non è tutelato e anzi potrebbe preferire tornare indietro e non rifarlo mai più. Luigi Leonardi forse la chiamerebbe una resistenza fine a se stessa. Perché vissuta in solitudine, figlia di un senso eroico obsoleto che non riesce a ridare ossigeno alla società afflitta dalla criminalità organizzata. Il suo coraggio è stato ripagato dalla perdita del lavoro, delle aziende, della casa, della libertà e soprattutto del futuro. Il suo coraggio si è consumato tra due processi di cui uno rinviato per tre anni a causa di “difetti di notifica”. Il suo coraggio si è indebolito in tutte le notti che non è riuscito a dormire. Nei sei anni di lockdown, negli infiniti cambi degli uomini della scorta, nel sentirsi definire pentito, nel vedere sparito il suo fascicolo e ritrovarsi di fronte a un cambio del procuratore generale che può attenersi solo ai fatti e alla sentenza di primo grado. Questa è la resistenza, quando vedi il tuo tempo passare, la tua unica vita scivolare via per nulla e avere ancora fede, vedere la piccola parte di buono che resta. E sperare che prima della chiusura del 2021 – con le requisitorie – non ci siano le assoluzioni di tutti quelli condannati in primo grado. Ma Luigi l’ha trovata la strada di una resistenza proficua. Andare nelle scuole, parlare ai ragazzi e raccontare la sua storia spiegando come non vada mai confusa la forza con la violenza. Perché essere eroi non serve a nulla. Ma esserlo in tanti, dal basso, ricominciando da una nuova generazione può davvero cambiare le cose. Perché sarebbe un sogno poter essere tutti un po’ meno resistenti e più felici. 

per citare questo articolo

Manuela Giuliano:

Si nasce o si diventa resistenti?,

n. 24 - Resistenze,

gennaio-aprile 2022

ISSN 2611-0210 Orione Cartaceo; ISSN 2611-2833 Orione online in formato accessibile

In questo numero

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In fisica, quando si parla di resistenza, viene subito in mente l’elettricità. In particolare i circuiti elettrici. Quando ai due capi di un circuito c’è una differenza di potenziale, ovvero ci sono da un lato più cariche positive e dall’altro più cariche negative, la forza elettrica che si viene a creare genera un passaggio di cariche da un lato all’altro.