I primi gruppi umani si nutrivano di prodotti che trovavano in natura, poi, circa 10.000 anni fa, man mano che l’uomo si evolveva e affinava le proprie capacità, cominciò a produrre cibo mediante allevamento e agricoltura. Da sempre sono stato convinto che l’uomo è ogni azione che compie e dunque ritengo che, anche quando si parla di cibo — e mi riferisco ai paesi industrializzati — bisogna porre l’attenzione sulle responsabilità umane. Partendo dal presupposto che tutto il pianeta deve essere in grado di nutrirsi, ritengo indispensabile che ciò avvenga con un’alimentazione sana, in grado di difendere il corpo e il pianeta, e non attraverso un cibo che uccide l’uomo e avvelena fiumi e mari. Le risorse acquatiche della Terra sono state da sempre eccelsi serbatoi alimentari, fin quando l’uomo ha cominciato a occuparsi, senza rispetto di alcuna regola, di omogeneizzazione e di allevamento intensivo con le conseguenze che oggi sono sotto i nostri occhi. Solo per fare un esempio contemporaneo, è accaduto in Lombardia che l’inquinamento atmosferico non è diminuito neanche durante il lockdown più duro legato al Covid-19, quando le strade erano deserte. E questo è successo perché il numero degli allevamenti industriali è rimasto invariato. Personalmente, ritengo fondamentale e necessario compiere una svolta ecologica che punti su alimenti di colore rosso e blu come pomodori e mirtilli. Alcuni studi scientifici, infatti, hanno dimostrato che portare in tavola tutti i colori dell’arcobaleno è fondamentale per il nostro benessere fisico. Ma un deciso cambio di rotta è assolutamente doveroso e scelte responsabili vanno attuate in vari ambiti, a 360°. Solo in questo modo, producendo con attenzione e consapevolezza alimenti sani, evitando assolutamente gli sprechi, pensando a chi non ha cibo per sopravvivere e attuando una condivisione equa, avremo un’alimentazione sana e sufficiente per l’intero pianeta. Noi abitanti dell’Italia del Sud abbiamo, a mio parere, una carta vincente, che viene dall’adozione della dieta cilentana coniata Dieta Mediterranea da Ancel Keys, biologo americano di grande spessore, che studiò il rapporto tra alimentazione e prevenzione delle malattie cardiovascolari. Dal 1962 Angel Keys arrivò nel Cilento con sua moglie e si stabilì a Pioppi, sperimentando in prima persona i benefici effetti della Dieta Mediterranea. Nel 1975, i coniugi Keys pubblicarono il libro How to Eat Well and Stay Well, the Meditarranean Way, un vero capolavoro, il cui contenuto trova decisa conferma nella lunga vita dall’autore, il quale è scomparso alla veneranda età di 101 anni. Non dimentichiamo poi che mens sana in corpore sano, lo dicevano i Romani, la culla della nostra civiltà non sbaglia mai.
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Nella mia famiglia cibo, alimentazione e nutrimento sono una cosa assai complicata. Nel momento in cui, tutti insieme o solo in parte, ci sediamo a tavola, vivo i momenti più delicati della mia esistenza.