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Il trinomio vincente

10 Luglio 2019
La salute umana e quella ambientale costituiscono un binomio indissolubile. Il futuro dipende dalla nostra capacità di collegare economia, ambiente, fabbisogni dei cittadini e responsabilità sociale in maniera circolare, per ridurre l’impatto delle nostre attività sulla natura e capitalizzare al contempo su risorse, storia e cultura locali.

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Il trinomio vincente

10 Luglio 2019
La salute umana e quella ambientale costituiscono un binomio indissolubile. Il futuro dipende dalla nostra capacità di collegare economia, ambiente, fabbisogni dei cittadini e responsabilità sociale in maniera circolare, per ridurre l’impatto delle nostre attività sulla natura e capitalizzare al contempo su risorse, storia e cultura locali.

Gli obiettivi internazionali per lo sviluppo sostenibile indicano che è necessario recuperare al massimo il valore dei prodotti, siano essi intesi come prodotti primari, come servizi, e molto altro, attraverso approcci innovativi basati sui concetti di riuso, riduzione e riciclo. Un esempio di questo approccio è rappresentato dal turismo, settore a elevato impatto ambientale soprattutto per i siti altamente attrattivi. Coniugare servizi per la salute e il benessere all’offerta turistica migliora la qualità e la sostenibilità dell’offerta perché migliora l’accessibilità dei servizi a residenti e turisti, al contempo preservando l’ambiente e le peculiarità locali. È necessario agire in maniera coerente sull’ambiente naturale e su quello costruito, integrando le tecnologie digitali che possono supportare la creazione di ambienti supportivi della salute per tutte le fasce di età.

L’EQUILIBRIO TRA SALUTE E AMBIENTE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE 

La salute dell’uomo e quella dell’ambiente sono indissolubilmente collegate: l’Organizzazione mondiale della sanità, il World Economic Forum e altre organizzazioni hanno indicato l’inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e la scarsità d’acqua come alcune delle più grandi minacce al benessere umano, che si intersecano anche con le minacce alla biodiversità. Entro il 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 10 miliardi e impatterà sulle risorse naturali in aggiunta ai cambiamenti climatici. La preservazione di un ambiente salubre, così come la bonifica o la creazione di ambienti sani e idonei ad accogliere tutte le età, possono essere supportate dall’introduzione di tecnologie innovative che consentano il monitoraggio, il controllo e interventi efficaci. Ad esempio, la salute digitale può contribuire a rendere i servizi migliori e più accessibili, ponendo la persona al centro dell’intero processo di digitalizzazione. Le case intelligenti possono aiutare le persone che soffrono di malattie croniche con menomazioni gravi attraverso la robotica. Ambienti intelligenti provengono da uno sviluppo tecnologico, favorito da politiche innovative e integrate, da una industria innovativa e all’avanguardia, supportata da adeguati investimenti, utile a sviluppare e offrire servizi al cittadino, per il suo benessere. A tal fine, uno sviluppo tecnologico è utile anche al monitoraggio, alla salvaguardia, al ripristino della salubrità ambientale, preservendone e valorizzandone specificità e opportunità, favorendo un benefico impatto sulla qualità di vita e il benessere del cittadino.

L’OPPORTUNITÀ DEL TURISMO IN SALUTE 

L’Europa è la prima destinazione turistica al mondo, con il maggior numero e varietà di destinazioni. L’industria del turismo è un settore chiave dell’economia europea, genera oltre il 10% del PIL dell’UE e impiega 9,7 milioni di persone e coinvolge 1,8 milioni di imprese. La Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità del 2007 promuove il turismo accessibile a tutti, incoraggiando i viaggi per gli anziani e le persone con bisogni speciali di accesso, come parte integrante di ogni politica di turismo responsabile. Il turismo, e in particolare quello rivolto agli anziani e alle persone con esigenze speciali di accesso, necessita di attenzione in materia di assistenza sociale e sanitaria, essendo ancora limitata l’integrazione tra i sistemi sanitari degli Stati membri e il settore stesso. Ciò rende le destinazioni turistiche meno fruibili per le persone che soffrono di malattie o hanno limiti fisici. Le opportunità di rafforzare i servizi sanitari del territorio, favorendo sia i residenti, per un turismo sostenibile e, di conseguenza, offrendo anche migliori servizi per gli ospiti, potrebbero essere sfruttate per aumentare l’attrattiva delle aree interne e ampliare la sua potenzialità anche al di fuori delle stagionalità consuete. Considerato, inoltre, che le persone di età superiore a 50 anni spendono una grande quantità di denaro nel turismo, probabilmente, il turismo “della salute” a favore degli anziani rappresenta un mercato di “nicchia” da non sottovalutare. I turisti della età d’argento amano viaggiare con i compagni, estendere le visite a parenti e amici e sono interessati a pacchetti che includono l’offerta di benessere, ricreazione e salute (trattamenti per i reumatismi, balneoterapia, dermatologia…), tour gastronomici; prediligono la storia e le commemorazioni. È interessante sottolineare che preferiscono l’autunno e la primavera per i loro spostamenti piuttosto che l’alta stagione, quando i soggiorni più lunghi possono mitigare la sensazione di solitudine e isolamento, soprattutto dove è disponibile l’offerta di servizi sanitari come valore aggiunto. Gli anziani possono essere turisti, ma anche ospiti: essere attivamente coinvolti nell’allestimento di un’offerta personalizzata per il turismo tra pari con l’opportunità di nuovi approcci per impostare l’offerta turistica. In questa ottica, è particolarmente importante l’accessibilità dei servizi, non solo riferita alle infrastrutture costruite, ma anche ai servizi sanitari per la salute e per il benessere.

LA DIETA MEDITERRANEA COME ATTRATTORE  

La Dieta Mediterranea, quale patrimonio immateriale dell’Umanità, rappresenta un insieme di pratiche tradizionali, conoscenze e competenze che vanno dal paesaggio all’alimentazione, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo caratterizzato da un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo e nello spazio, tramandato da generazione in generazione, che costituisce un senso di appartenenza e di continuità per le popolazioni coinvolte. La parola dieta, dal greco stile di vita, si riferisce, quindi, a uno stile di vita volto al perseguimento della salute e del benessere fisico e mentale dell’uomo e alla tutela dell’ambiente. Nel Mediterraneo la triade Pane, Olio, Vino (Cereali – Cerere, Vino – Dionisio, Olio – Atena) trasferita nella Liturgia Cristiana, da sempre ha unito in un convivio le genti mediterranee; non a caso il termine compagno deriva da cum panis. La dieta mediterranea enfatizza i valori dell’ospitalità, della convivialità, del dialogo intellettuale e della creatività e offre molti strumenti con cui pianificare e praticare il turismo con sostenibilità. Nel corso dei secoli le popolazioni del Mediterraneo hanno creato intorno al mangiare una sintesi tra ambiente culturale, organizzazione sociale e universo mitico e religioso. Da quando Ancel e Margaret Keys hanno diffuso i loro studi circa l’aspetto salutare della dieta mediterranea nel mondo, questa è diventata attrattore per il turismo internazionale nei Paesi del Seven Countries Study — Italia, Cipro, Grecia, Portogallo, Spagna, Marocco, Francia, Croazia e in particolare, Napoli e Pioppi che sono state il punto di partenza. Nel turismo moderno è importante conservare gli stessi criteri, principi e metodi delle antiche usanze di ospitalità tra cui una partecipazione attiva alla vita sociale della comunità locale, incentivazione di benessere e salute, salvaguardia dell’ambiente naturale locale e conservazione della sua biodiversità.

L’ATTIVITÀ FISICA PER LA SALUTE E L’OPPORTUNITÀ DI VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE TERRITORIALI 

Maggior consumo di calorie e grassi, ossigenazione dei muscoli, produzione di vitamina D, riduzione del rischio infarto, potenziamento delle difese immunitarie, ampliamento delle capacità respiratorie, ma soprattutto maggior benessere psicofisico e un miglior impatto dell’attività all’aperto sulla salute psicofisica sono dovuti alla possibilità di respirare in mezzo alla natura con benefici sia dal punto di vista degli stimoli sensoriali sia della creatività. Allenarsi al parco, in spiaggia o vicino al mare come può avvenire a Napoli, rende più facile lo sforzo perché porta stimoli sempre nuovi: paesaggi diversi, persone nuove, luoghi mai visitati. Essendo molto più diversificato, l’allenamento outdoor è la soluzione migliore per coloro che durante lo sforzo fisico tendono ad annoiarsi. Consente perciò un miglioramento anche dal punto di vista della prestazione. In particolare il fit walking, la camminata veloce, è un’attività che può essere praticata da chiunque, grandi e piccini, ed è indicata soprattutto per le persone in età più avanzata che hanno voglia di praticare un’attività fisica leggera. Numerose le esperienze per la salute all’aperto portate avanti negli anni dalla ASL Napoli 1 come i gruppi di cammino — Passi d’argento. Altre attività vengono condotte da associazioni no profit come l’iniziativa Benessere sul mare condotta dalla ASD Meridies in collaborazione con la Delegata al mare del Comune di Napoli. Cogliere i benefici dell’attività fisica vicino al mare costituisce in una città come la nostra un’occasione unica per coniugare benessere e amore per la natura, rispetto per l’ambiente e prevenzione delle patologie croniche e invalidanti. Ancora meglio se il tutto avviene a suon di musica con l’utilizzo del wifi, in connessione con la guida e gli altri partecipanti, magari con un sottofondo di canzoni che rievocano la località attraversata, passeggiando a piedi o in canoa attraversando lo skyline del golfo di Napoli.

LA GESTIONE DEGLI SPAZI URBANI PER LA SALUTE 

Un focus importante per tenere insieme salute, ambiente e innovazione è il paesaggio: il paesaggio urbano che si innesta come un tutto in quello agricolo e industriale. Il paesaggio è la forma che assume il mondo, quello che l’uomo contribuisce a costruire per abitarlo; il paesaggio che riporta l’attenzione sugli spazi, sull’importanza della loro organizzazione che forma l’ambiente fisico e sociale nel quale si vive e ci si forma; il paesaggio che nella sua varietà complessa di spazi e di funzioni muta, perché vissuto, attraversato e soprattutto riscritto. Il paesaggio come spazio antropico, come territorio, chiede oggi che la logica della pianificazione e del progetto faccia propria la riqualificazione sempre più urgente in grado di rispondere al degrado prodotto e di intervenire introducendo un nuovo sistema di valori, conoscenze, metodologie per ricostruire il territorio nel quale potersi e volersi identificare, in trasformazione. La qualità dell’abitare comincia sin dalla fase progettuale degli edifici o delle unità abitative da realizzare e tocca la sostenibilità ambientale, il risparmio energetico, l’ottimizzazione e in alcuni casi anche l’autoproduzione. La qualità dell’abitare non riguarda solo gli involucri ma anche il loro rapporto con il contesto in cui si collocano: è importante che il progetto emerga dalle specificità dello spazio fisico e geo-morfologico, storico e sociale rispetto al quale vuole e può situarsi, con una rinnovata attenzione a quei fattori economici, ambientali e sociali che provano a introdurre la bellezza e il benessere come obiettivi generali del vivere e dell’abitare. La selvaggia cementificazione delle periferie urbane, prodotta fin qui in nome di un certo housing sociale, le cui priorità sappiamo essere state molto lontane dalla consapevolezza e dalla qualità ambientale e sociale, chiede ora si possa procedere con una netta rottura della continuità con quella logica pianificatoria e costruttiva, che ha interrotto il rapporto tra uomo e ambiente, tra identità e territorio, e prodotto un disorganico degrado difficile da governare e trasformare. In nome della trasformazione e del vitale rapporto tra natura e cultura, è possibile recuperare il valore sociale e la funzione teatrale di ogni progetto abitativo e di ogni traccia introdotta nel paesaggio così che un tempio, un teatro, una piazza, una scuola e un’accademia, le case, le terme e le palestre, le botteghe e i laboratori, il mercato, l’azienda, la fabbrica, il museo, la locanda e l’albergo, il fienile, la stalla, il ponte, la torre, la strada, la stazione, il porto e l’aeroporto, la mensa e il ristorante, siano luoghi da osservare e parte di uno spettacolo in cui il regista e gli attori sono artigiani e scultori del paesaggio ma anche suoi attenti spettatori. C’è bisogno di un’altra cultura e di una nuova sensibilità per attuare differenti politiche di urbanizzazione attente al territorio e al paesaggio insieme alle esigenze di chi lo abita. C’è una componente relazionale che va recuperata come strategia necessaria allo sviluppo umano e quindi all’orientamento da dare alla crescita territoriale e sociale — a quella cioè che tende al bello e allo star bene. Se la relazione diviene la componente necessaria su cui fondare tutte le attività — del privato cittadino, come delle istituzioni e delle imprese — che danno forma e animano l’attuale teatro urbano o rurale postindustriale, l’agire di ciascuno può qualificarsi come responsabile e quindi come eminentemente capace di produrre in senso ecologico, sostenibile e complesso, economie e società. Progettare, costruire e abitare una casa assume quindi lo stesso valore del progettare, costruire e abitare la città: insieme producono e danno forma alla polis, allo spazio politico cioè, del quale e nel quale ciascuno è attore e spettatore e, perciò, parte attiva e responsabile. Insieme a quello di smart city, il concetto di bene comune restituisce il senso di un abitare, e di un più generale vivere sociale, che riconosce l’appartenenza e la relazione con i luoghi come condizione dell’esistenza umana, tanto da chiedere nuove competenze al cittadino, al pianificatore, al costruttore. Per fare qualità, infatti, bisogna fare ad arte. Non si tratta di questioni decorative ma di fatti sostanziali. A partire dagli aspetti strutturali, la qualità investe anche la questione formale ed estetica, così che l’architettura si possa fondere con il paesaggio, il paesaggio urbano con quello umano e sociale, e si produca quella necessaria e urgente riqualificazione dell’abitare che riguarda spazi pubblici e spazi privati e può far emergere l’opportunità e pure l’utilità sociale delle norme e dei piani regolatori. La responsabilità sociale del cittadino diventa un tutto con quella di chi governa e di chi produce, tanto che nel governare e nel produrre possa sempre rintracciarsi una forma di cittadinanza, di appartenenza responsabile alla comunità locale che rende questa quello spazio di cui aver cura per prendersi cura di se stessi. Nel solco di questa prospettiva ecologica emerge una nuova cultura del costruire e dell’abitare che si incrocia con la possibilità di recuperare, riusare, rigenerare edifici o interi insediamenti preesistenti e dismessi, risparmiando risorse grazie anche all’utilizzo di materiali intelligenti. Possibile dunque partire dal territorio prelevando e mettendo in rete parti sommerse e poco note della realtà locale per disegnare e mettere in scena un nuovo teatro sociale nel quale risorse materiali e immateriali producano di concerto un paesaggio dove la memoria ha occasione di generare dell’altro e del nuovo e produrre bellezza e joie de vivre.

COAUTORI

Maddalena Illario 

U.O.D. Promozione e Potenziamento programmi di Health’s Innovation, Regione Campania

Colomba Auricchio

U.O.D. Cooperazione interistituzionale per la promozione e lo sviluppo del turismo, Regione Campania

Simona Brancaccio 

Direzione Generale Ciclo integrato delle acque e dei rifiuti, Valutazione e Autorizzazione Ambientali – Regione Campania

Stefania Capaldo

Federalberghi Terme

Enzo Caputo

Centro di Riferimento Regionale per L’igiene Urbana Veterinaria 

Maria D’Ambrosio 

Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli

Lina De Cesare 

ASL Napoli 1 Centro

Maria Luisa Chiusano 

Università degli Studi di Napoli Federico II

Carmela Cotron

PO – Settore Studio e Gestione Progetti UE e Rapporti con i Paesi Europei ed Extraeuropei – Regione Campania

Fausta Cuccaro

Federalberghi Terme

Vincenzo De Luca

UOS Ricerca e Sviluppo, UOC Affari generali, AOU Federico II

Sara Diamare 

U.O.D. Promozione e Potenziamento programmi di Health’s Innovation, Regione Campania

Maria Femiano

ASL Napoli 2 Nord

Guido Iaccarino

Università degli Studi di Napoli Federico II

Paola Vairano

ASL Napoli 1 Centro

Giuseppe Pezone

ASL Napoli 1 Centro

Luigi Riccio
Regione Campania, Direzione Generale per la Tutela della Salute e il coordinamento del SSR.​

UOD Edilizia sanitaria, gestione POR e accordi di programma valorizzazione e alienazione del patrimonio immobiliare del SSR

Giovanni Tramontano

UOS Ricerca e Sviluppo, UOC Affari generali, AOU Federico II

Carmela Vallone

Università degli Studi di Napoli Federico II

Gruppo ProMIS-Campania

Antonello Belli

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “A. Cardarelli”

Santolo Cozzolino 

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “A. Cardarelli”

Antonio della Vecchia 

Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona

Maria Femiano 

ASL Napoli 2 Nord

Francesca Fiadone 

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “A. Cardarelli”

Antonio Froncillo 

Azienda Ospedaliera G. Rummo

Anna Galdieri 

Azienda Ospedaliera Universitaria Luigi Vanvitelli

Katia Giova 

Azienda Ospedaliera Universitaria Luigi Vanvitelli

Guarino Erni 

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “A. Cardarelli”

Concetta Iasevoli 

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Ospedali dei Colli

Anna Marro

ASL Avellino

Federica Minaci

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Santobono Pausillipon

Pierluigi Pappalardo

Asl Salerno

Rosa Ruggiero 

ASL Napoli 1 Centro

Filomena Laura Russo 

ASL Salerno

Flavio Sensi  

Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati

Tommaso Sgueglia 

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Sant’Anna e San Sebastiano” Caserta

per citare questo articolo

Pro.M.I.S.:

Il trinomio vincente,

n. 17 - Madre terra,

ISSN 2611-0210 Orione Cartaceo; ISSN 2611-2833 Orione online in formato accessibile

In questo numero

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Pensare alla madre terra senza pensare a mia madre mi riesce difficile. L’Irpinia d’Oriente è la mia terra e quella di Franco Arminio, poeta e paesologo che Orione ha già intervistato nel numero sulla letteratura. Le terre dell’osso, come le definiva Manlio Rossi Doria, nutrono la parola e l’impegno del poeta che invita le persone, negli incontri che realizza in tutto

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«Nel possesso della terra [i mafiosi] continuano a vedere un segno di prestigio, quel “quarto di nobiltà” acquisito quando, al tramonto dell’epoca rurale, smisero di gestire i latifondi per conto dell’aristocrazia terriera per diventare a loro volta possidenti».[1] Dunque la terra (e il suo possesso) era, e resta, per le mafie,