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Don Vincenzo Federico con un ospite della bottega

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Nella bottega del falegname

18 Aprile 2019
Era il 2005. Ed ero direttore della Caritas diocesana di Teggiano-Policastro quando davanti alla mia vita si pose il grande dramma del disagio psichico.
Don Vincenzo Federico con un ospite della bottega

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Nella bottega del falegname

18 Aprile 2019
Era il 2005. Ed ero direttore della Caritas diocesana di Teggiano-Policastro quando davanti alla mia vita si pose il grande dramma del disagio psichico.

Ero a Sala Consilina, in una fredda serata invernale e il ritrovarmi di fronte a un uomo solo con il suo dolore e la sua “malattia” mi interrogò sul perché di quell’incontro. Era la realtà che mi chiedeva di agire, di intervenire su un tema ancora molto poco dibattuto. Il tema della salute mentale. L’idea era quella di creare un luogo che potesse accogliere le persone con disagio psichico ma soprattutto le persone senza riferimenti familiari o con legami compromessi. In quel periodo avevo letto La Bottega dell’Orefice, un testo teatrale scritto nel 1960 da Andrzej Jawien pseudonimo di Karol Wojtyla, colui che nel 1978 diventa Giovanni Paolo II. Era un testo che si concentrava principalmente sulla sacralità del matrimonio ma c’era una frase che mi aveva colpito: «La mia bilancia d’orefice ha questa particolarità che non pesa il metallo in sé ma tutto l’essere umano e il suo destino». In quell’essere umano rividi il volto dell’uomo che avevo incontrato quella sera. Io e i miei collaboratori riuscimmo a ottenere in comodato d’uso gratuito una struttura in disuso da parte della Parrocchia di Sant’Antonio da Padova a Sala Consilina. Lì, il 5 dicembre 2005, inauguravamo “La Bottega dell’Orefice” con l’allora Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro Monsignore Angelo Spinillo e l’assessore alle Politiche Sociali della Regione Campania Rosa D’Amelio. Quel luogo divenne casa, dimora e rifugio per persone con disagio psichico. Una realtà aperta in diurno e in residenziale che accreditammo sin da subito con il Piano sociale di Zona e che quindi divenne punto di riferimento per l’intero territorio del Vallo di Diano. Negli anni questa esperienza si è continuamente arricchita di volti e di storie. Persone che hanno iniziato a frequentare la Bottega, a vivere una quotidianità diversa, a condividere spazi e attività. Abbiamo sempre dato grande attenzione alla manualità e alla creatività. E da questo è nato il laboratorio di falegnameria che ha dato la possibilità di costruire, restaurare. La nascita di questo importante presidio sociale ha generato a catena anche il rafforzamento del terzo settore perché contestualmente all’apertura della Bottega nasce l’associazione L’Opera di un Altro, una dicitura tratta da l’Avvenimento Cristiano di Don Luigi Giussani, fondatore del Movimento di Comunione e Liberazione. Oggi con la stessa denominazione esiste un’importante cooperativa sociale, aperta a 360 gradi sul mondo del sociale. Uno strumento operativo, giuridico, per poter gestire la Bottega dell’Orefice. La storia della Bottega, così come oggi tutti la chiamiamo, nel tempo, si è aperta a diverse esperienze esterne. Abbiamo voluto che fosse una delle sedi accreditate di Servizio Civile della Cooperativa il Sentiero che insieme all’altra Cooperativa Tertium Millennium, costituisce la grande rete del terzo settore, nel Vallo di Diano. Anche in questo caso, cooperative nate in seno alla Caritas diocesana quando ricoprivo il ruolo di direttore e divenute negli anni protagoniste del privato sociale in tema di immigrazione, servizio civile, salute mentale, servizi alla persona. È grazie a questa grande famiglia che la Bottega dell’Orefice è riuscita a “sopravvivere”, superando difficoltà burocratiche, economiche, riuscendo a mantenere livelli standard di assistenza. Nel 2013 io e i miei collaboratori, Fiore Marotta, Antonio Calandriello, Domenico D’Amato, Lucia Patrone capimmo che era giunto il momento di potenziare le capacità di accoglienza. Parte così un progetto di ristrutturazione. Il progetto verrà presentato dalla Diocesi di Teggiano-Policastro guidata da Monsignore Antonio De Luca e alla Conferenza Episcopale Italiana che lo finanzierà in parte attraverso i fondi dell’8 per 1000.  La nuova Bottega, che si erge su 3 piani, è stata inaugurata a dicembre del 2017 alla presenza di Monsignor Nunzio Galantino, Segretario generale della C.E.I. La struttura non è ancora stata completata del tutto ma è già la casa di Alfonso, Giovanni, Francesco, Pietro, Giuseppina, Nunzio, Raffaele. Hanno la loro camera, il loro letto. Persone che accompagniamo nel loro percorso di vita ogni giorno a cui si aggiungono coloro che ogni mattina salgono sul nostro pulmino per raggiungere Sala Consilina: Pasquale, Amedeo, Giuseppe, Raffaella, Annamaria. Tutti nomi oramai diventati una grande famiglia insieme agli operatori che si occupano della loro vita, delle loro condizioni di salute, del loro equilibrio e del loro benessere. La Bottega dell’Orefice, nata come Opera Segno della Caritas di Teggiano-Policastro, rappresenta oggi un presidio sociale dedicato all’ascolto, al sostegno delle tante vulnerabilità che caratterizzano le nostre comunità. Persone toccate dal disagio psichico, ma anche vite sprofondate nell’alcool. Negli ultimi anni abbiamo conosciuto un altro aspetto del disagio: quello che riguarda i migranti. Ragazzi giovanissimi che arrivano in Italia con il trauma dello sradicamento della loro vita dal loro paese di origine, con i ricordi e le esperienze negative che hanno caratterizzato il loro viaggio migratorio. La sofferenza, la paura di morire, l’aver visto morire amici, familiari. Sono tutti elementi di una sofferenza che piano piano sembra cronicizzarsi fino a diventare la causa principale di spaesamento, di marginalizzazione. Abbiamo ospitato alcuni ragazzi migranti usciti fuori dai circuiti di accoglienza e bisognosi di assistenza, cura, sostegno. Un dato quello della salute mentale dei migranti spesso sottovalutato dalle istituzioni sanitarie ma vero e reale che probabilmente vedrà sempre di più esclusi, ultimi. La Bottega dell’Orefice così come oggi è concepita si pone l’obiettivo di essere l’orizzonte del dopo di noi. Si pone oggi come luogo di convergenza di più azioni: della Chiesa, delle istituzioni socio sanitarie, del terzo settore, del volontariato. Nel 2020 festeggeremo i 15 anni della Bottega dell’Orefice. Nel tempo abbiamo sempre cercato di costruire dei piccoli eventi per intercettare l’attenzione della società civile su questa importante opera sociale. Lo abbiamo fatto nel 2013 con un convegno sulla legge Basaglia, nel 2016 realizzando un calendario con le immagini in bianco e nero dei protagonisti della Bottega. Lo faremo nel 2020 insieme alle istituzioni civili e religiose ricordando i primi 15 anni di questa esperienza che ogni giorno contribuisce in maniera determinante a sostenere “l’essere umano e il suo destino”.

per citare questo articolo

Don Vincenzo Federico:

Nella bottega del falegname,

n. 16 - I supereroi,

ISSN 2611-0210 Orione Cartaceo; ISSN 2611-2833 Orione online in formato accessibile

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