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Fabbisogni e benessere dei nuclei familiari

18 Aprile 2019
I livelli crescenti di disuguaglianze di salute in Europa sono tra i determinanti principali del divario nell’aspettativa di vita media, ed impattano l’impiego ed il ruolo della famiglia all’interno della società.

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Fabbisogni e benessere dei nuclei familiari

18 Aprile 2019
I livelli crescenti di disuguaglianze di salute in Europa sono tra i determinanti principali del divario nell’aspettativa di vita media, ed impattano l’impiego ed il ruolo della famiglia all’interno della società.

Per questo, tali diseguaglianze rappresentano una sfida per i valori condivisi in Europa di eguaglianza, solidarietà e giustizia, e per il dovere della sanità pubblica di promuovere la buona salute. La composizione dei nuclei familiari in Europa si è progressivamente trasformata rispetto agli anni ’60, con l’emergere di forme relazionali diverse dal tradizionale nucleo familiare. Questi cambiamenti vanno in parallelo con l’evoluzione eterogenea in Europa dei contesti sociali, intesi come insieme di strutture istituzionali e politiche, norme e valori, ed attitudine rispetto alle preferenze di genere, che influenzano le dinamiche familiari. Esistono infatti in Europa forti differenziali anche a livello regionale nel regime di welfare per le famiglie, con un gradiente nord-sud che vede l’assottigliarsi del supporto sociale per le famiglie e pronunciate differenze di genere nei ruoli all’interno della società che impattano l’impiego ed il ruolo nell’ambito della famiglia. La recente crisi economica ha contribuito all’ulteriore riduzione dei nuovi nuclei familiari e del welfare per la famiglia, con l’insorgere di nuovi patterns di relazioni che hanno implicazioni sulla stabilità familiare e sui trends di natalità, con un incremento nell’Europa meridionale dei nuclei familiari allargati. Questi cambiamenti nei pattern familiari in termini di famiglie monoparentali, dello stesso sesso, adottive, sono accompagnati dal progressivo aumento della forza lavoro femminile, che presenta un gap nord-sud in Europa ancora molto pronunciato, anche rispetto al guadagno, e dal fenomeno dell’invecchiamento della popolazione, che impatta le famiglie e le società. I robusti flussi migratori che attraversano ormai sistematicamente tutta l’Europa rappresentano una ulteriore sfida per le politiche di inclusione, che necessitano improrogabilmente di declinazioni del tutto innovative.

LA COMPLESSITÀ DELLE ESIGENZE FAMILIARI PER IL BENESSERE

L’impegno sempre dei sistemi sociosanitari rispetto al benessere delle famiglie impone di considerarle in tutta la loro complessità, tenendo presente che la criticità dell’accesso ai servizi socio-sanitari è sempre fortemente dipendente dalla fragilità PRO.M.I.S. PROgramma Mattone Internazionale Salute 30 socio-economica della comunità di appartenenza. Le differenze biologiche e psico-fisiche determinano invece la frequenza all’accesso, e la tipologia della domanda. Nel contesto della famiglia, la figura femminile riveste il ruolo di moglie, mamma, figlia, nonna e come tale decodifica e gestisce il fabbisogno di salute dell’intero nucleo familiare. Vediamo la componente femminile al centro del percorso di cura, che gestisce i rapporti con le varie agenzie sanitarie — centri vaccinali, distretti sanitari, geriatria ecc — e questo non solo nelle categorie sociali più a rischio. Pertanto proprio per la sua centralità, nei momenti di vulnerabilità, la donna, finisce con l’incidere mediante una complessa rete di interdipendenze, sia sulla salute che sullo stato psicofisico degli altri componenti del nucleo familiare. La prospettiva “life course” teorizza che nel ciclo di vita della famiglia siano distinguibili diversi periodi, in cui i nodi critici derivano sia dai cambiamenti di ruolo sia dai mutamenti socioeconomici, demografici, di salute e culturali in atto, in ognuno dei quali possono verificarsi uno o più eventi critici da superare per passare al successivo. Alle normali criticità familiari si aggiungono diversi fattori di rischio. Criticità normali delle relazioni familiari sono, ad esempio, l’acquisto/ fitto di una nuova abitazione, la conciliazione famiglia/lavoro, la cura della relazione di coppia, una situazione lavorativa instabile o la perdita del lavoro, situazioni di malattia, situazioni di non autosufficienza, perdita dei membri della famiglia, situazioni in cui le abituali modalità di funzionamento familiare risultano inadeguate e producono disadattamento e squilibrio se non vengono sperimentate forme di riorganizzazione adattativa. Fattori critici rischiosi, invece, sono: povertà, migrazione, maternità indesiderata, nascita di un figlio disabile, separazione/divorzio, mono- genitorialità, patologie che determinano dipendenza.

LA NECESSITÀ DI EVOLUZIONE DELL’OFFERTA DI SERVIZI

Raccogliere e condividere tra i settori sociale e sanitario gli elementi di valutazione utili a elaborare una risposta adeguata al fabbisogno è una sfida ancora aperta, complicata dalla frammentazione della risposta sociale tra gli attori territoriali del welfare e quelli della sanità, e dalla inadeguatezza dell’integrazione dei servizi sanitari accessibili dal livello consultoriale. Nel tempo infatti, la visione olistica della salute che l’Istituzione dei consultori familiari proponeva con la legge 29/07/1975 n. 405 (G. U. 27/08/75, n. 227) è andata via via scomparendo, insieme al riconoscimento sociale e politico di cui avevano goduto negli anni ’80. Considerando i nuovi bisogni di salute della popolazione e l’urgenza di adeguare l’attività e quindi la formazione di nuovi operatori per contrastare le sfide di un mercato sempre più competitivo in fatto di salute, si rende necessario lo sviluppo di una rete strutturata che sia supportata digitalmente, e si esprima in maniera formale ed informale, che agisca in maniera armonizzata sui diversi determinanti di salute, con approcci innovativi e attraverso figure nuove, adeguatamente formate, che possano integrare la gamma dei servizi attualmente disponibili, potenziandoli. Un esempio di approccio innovativo è rappresentato dai living labs, che sono gruppi di ideazione e sperimentazione finalizzati alla validazione di prodotti/ servizi utili al miglioramento della salute della popolazione ed alla coesione sociale, includendo anche ad esempio i migranti. Tali gruppi di lavoro sono costituiti da professionisti e dagli stessi cittadini-beneficiari, futuri fruitori dei prodotti/servizi dei living labs. I gruppi di cittadini interessati nel processo vengono coinvolti sin dalle prime fasi di progettazione dei servizi, e successivamente contribuiscono all’implementazione in situazioni di vita reale, ed alla successiva valutazione. Il nuovo modello dovrebbe integrare i servizi degli ambiti socio-sanitari e dei Distretti Sanitari, attraverso un sistema informatico che, nel caso dei migranti, coinvolga le famiglie presenti in quel determinato territorio individuando i rischi per la salute. Tale sistema dovrebbe essere interoperabile e consentire l’attivazione di servizi digitali accessibili agli utenti finali. Le figure professionali coinvolte nel modello potrebbero essere: — professionisti del settore sanitario (specialisti clinici, ostetriche, mmg, veterinari, nutrizionisti, farmacisti); — operatori dei servizi socio-sanitari (psicologi, assistenti sociali, diplomati in socio-sanitario, mediatori culturali…); — imprese di servizi del territorio; — professionisti del settore amministrativo-organizzativo (esperti in economia, legge, lean management…) — altre figure professionali (ad esempio physical trainers, arteterapeuti, informatici…). Tali soggetti agirebbero come operatori formati per il coordinamento dei servizi, la promozione della salute, l’individuazione tempestiva Promis promuove la Sanità delle Regioni in Europa e nel Mondo altresì l’Europa e il Mondo nei Sistemi Sanitari delle Regioni italiane, nel quadro di una collaborazione sinergica con il Sistema Paese. fondazionesinapsi.it 31 dei soggetti a rischio vulnerabilità e il monitoraggio delle attività poste in essere. Il valore aggiunto di una rete siffatta è costituito principalmente dalla capacità di coinvolgere le famiglie lungo tutto l’arco della vita e di integrare in maniera strutturata gli interventi formali con quelli informali. I servizi riguardano attività di formazione e prevenzione nei domini affettivo, psicologico-sociale, fisico, nutrizionale e cognitivo, che integrano strumenti ICT validati. L’approccio proposto offre ai professionisti sanitari, ai servizi sociali e alle famiglie, la possibilità di usufruire di servizi altamente innovativi, supportati dalle tecnologie informatiche integrate con attività face-to-face, per screenare e monitorare i fattori di rischio e di vulnerabilità nei consultori familiari, favorendo la presa in carico integrata, sociale e sanitaria, da parte degli operatori. In tale ottica, un programma di educazione alla salute ed alfabetizzazione informatica è fondamentale per garantire l’adozione dei servizi da parte degli endusers. L’impatto di tale approccio si potrebbe tradurre in: — una riduzione dell’insorgenza dei fattori di rischio (fisici, psicologici, sociali, cognitivi) legati a eventuali manifestazioni di stati depressivi nel periodo perinatale; — una conoscenza adeguata dei servizi offerti; — una maggiore integrazione degli interventi.

AMBITI PRIORITARI DI INTERVENTO

Già nel periodo preconcezionale, in gravidanza e nei primi anni di vita si creano condizioni più o meno favorevoli a un sano sviluppo psicofisico degli adulti del futuro. Un incrocio complesso di fattori genetici e ambientali, di determinanti psicologici e antropologici legati alle modalità di accudimento ed alla relazione affettiva, di determinanti comportamentali legati agli stili di vita genitoriali, di determinanti socioeconomici, dell’accessibilità — o meno — a specifici interventi preventivi, produce per ogni soggetto un percorso di salute singolare, originale. Tale percorso risulta più o meno felice nell’immediato — proteggendo o meno da abortività, prematurità, mortalità perinatale, malformazioni congenite, basso peso alla nascita — e più o meno promettente per il futuro del nascituro. L’attesa di un bambino, sia nel caso di esperienza primaria che secondaria, determina l’insorgere di una nuova condizione di genitori, irreversibile e assoluta, e la creazione di una situazione diversa da quella della coppia coniugale. Ciò implica una necessità di adattamento: riflettere e acquisire consapevolezza sul ruolo di genitore per costruire un’identità di coppia nuova e responsabile. Tale transizione, trasversale a tutti gli strati sociali, può essere conflittuale e ingenerare difficoltà in ogni suo membro. In alcuni casi, la coppia, sopraffatta dallo stress della gestione del conflitto, può avere scarso rendimento sul lavoro, o può non prestare la giusta attenzione ai figli, i quali, a loro volta, anche a seconda dell’età, possono mettere in atto comportamenti devianti dentro e fuori la scuola e la famiglia. Il conflitto, se ben gestito all’interno del nucleo familiare, può costituire un momento di rottura ma anche di crescita personale. Tale evoluzione, che corrisponde ad un aumento della consapevolezza di sé nella relazione, offre modalità di risoluzione diversificate. Le esperienze di innovazione nascono spesso da profonde crisi personali e sociali che possono ampliare le prospettive di ciascuno all’interno, ma anche, se condivise, all’esterno della famiglia, nella comunità.

CONCLUSIONI

All’interno di un approccio di change management nello sforzo dell’integrazione dei servizi, l’approccio indicato tenta di ricomporre la frammentazione della risposta sociale tra gli attori territoriali del welfare e quelli della sanità, ampliando il modello di offerta dei consultori familiari, in un’ottica di largo respiro aperta a nuovi modelli di sviluppo sostenibile. Condividere tra i settori sociale e sanitario elementi di valutazione e di intervento utili a elaborare una risposta più adeguata all’attuale fabbisogno, che tenga conto dell’eterogeneità dei nuclei familiari, è una sfida ancora aperta alla risposta socio-sanitaria. Essa può essere ricomposta nella costruzione di una rete collaborativa formale e informale fra welfare e sanità, supportata digitalmente, che renda accessibile la pianificazione consultoriale a nuovi modelli di sviluppo, quali i living labs.

ALTRI AUTORI

Maddalena Illario
Regione Campania, Direzione Generale per la tutela della salute e il coordinamento del SSR, UOD 14 Health Innovation

Vincenzo De Luca
Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, UOS Ricerca e Sviluppo

Sara Diamare
Regione Campania, Direzione Generale per la tutela della salute e il coordinamento del SSR, UOD 14 Health Innovation

Giovanna Coppola
Regione Campania, Direzione Generale per la tutela della salute e il coordinamento del SSR, UOD 10 Personale del SSR

Maria Rosaria Aliberti
Comune di Sarno (SA)

Rosa Romano
Ambito Sociale Penisola Sorrentina

Claudio Berardesca
Azienda Sanitaria Locale Napoli 3 Sud, UOC di Ostetricia e Ginecologia

Rosa Chiapparelli
Associazione di Promozione Sociale Social Skills

Simona D’Agostino
Associazione di Promozione Sociale Social Skills

Michelangela Di Mieri
Ambito Sociale Penisola Sorrentina

Giovanna Doria
Azienda Sanitaria Locale Salerno, UOC Area Integrata della Fragilità

Giovanna Storti
Azienda Sanitaria Locale Salerno, UOC Area Integrata della Fragilità

Agnese Ercolano
Associazione SIAF Italia

Assunta Esposito
Associazione SIAF Italia

Maria Femiano
Azienda Sanitaria Locale Napoli 2 Nord, UOC Integrazione SocioSanitaria

Katia Giova
Azienda Sanitaria Locale Napoli 3 Sud, UOC Tecnico Manutentivo, Referente Aziendale ProMIS

Rosarita Oro
Azienda Ospedaliera S. Giovanni di Dio e Ruggiero D’aragona, PO Polo Didattico Universitario

Carla Marciano
Comune di Sarno (SA)

Rosetta Papa
Azienda Sanitaria Locale Napoli 1 Centro, UOC Tutela Salute Donna

Rosa Ruggiero
Azienda Sanitaria Locale Napoli 1 Centro, UOS Attività libero professionale, Referente Aziendale ProMIS

F. Laura Russo
Azienda Sanitaria Locale Salerno, Direzione Sanitaria Referente Aziendale ProMIS

Rosamaria Zampetti
Azienda Sanitaria Locale Salerno, Servizio di Promozione della Salute

Gaetano Patrone
Regione Campania, Direzione Generale per la tutela della salute e il coordinamento del SSR, UOD 10 Personale del SSR

Pietro Buono
Regione Campania, Direzione Generale per la tutela della salute e il coordinamento del SSR, UOD 17 Attività consultoriali e assistenza materno-infantile

Maria Trassi
Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, DAI di Igiene e Medicina del Lavoro e Preventiva
Coordinamento Regionale ProMIS Campania
Azienda Sanitaria Locale Salerno, Servizio di Promozione della Salute

Gaetano Patrone
Regione Campania, Direzione Generale per la tutela della salute e il coordinamento del SSR, UOD 10 Personale del SSR

Pietro Buono
Regione Campania, Direzione Generale per la tutela della salute e il coordinamento del SSR, UOD 17 Attività consultoriali e assistenza materno-infantile

per citare questo articolo

Pro.M.I.S.:

Fabbisogni e benessere dei nuclei familiari,

n. 14 - Le famiglie,

ISSN 2611-0210 Orione Cartaceo; ISSN 2611-2833 Orione online in formato accessibile

In questo numero